giovedì 26 giugno 2014

Guida alla Parigi ribelle

Ramon Chao e Ignacio Ramonet (entrambi spagnoli di origine e parigini di adozione) hanno avuto un'idea geniale: raccontare Parigi attraverso i suoi ospiti rivoluzionari. Parigi è stata il teatro di accadimenti con una eco universale: la rivoluzione del 1830, quella del 1848, la Comune, i grandi scioperi del Fronte popolare del 1936, la Liberazione nel 1944, le proteste studentesche del maggio ’68, fino alle rivolte delle periferie nel 2005. Il libro traccia una vera e propria mappatura dei luoghi dove hanno vissuto e agito rivoluzionari, scrittori, artisti ribelli e barricadieri.
E così si va alla scoperta, arrondissement per arrondissement, di dove sono nate le barricate, di chi sono state le prime femministe francesi (come George Sand e Théroigne de Méricourt); di quali sono stati e che fine hanno fatto i protagonisti della Prima Rivoluzione Francese (del dottor Guilotin, che inventò lo sttrumento per dare una morte veloce e civile, che diventò ricco e che poi sperperò tutte le sue fortune con una ballerinetta).
Picasso è arrivato alla realizzazione di Guernica superando una profonda crisi interiore in Rue des Grands-Augustins 17. Marx e Engels si sono conosciuti al Cafè de la Régence in Rue Saint-Honoré. Boris Vian, parigino doc, ha dato vita al jazz club Le Tabou, in Rue Dauphine 33. Il subcomandante Marcos ha soggiornato per studio in Rue Mouffettard. Freud ha vissuto vari mesi a Parigi e così anche Hemingway.
Ma a Parigi sono anche arrivati, nel 1920, via Marsiglia, portati dalla nave André Lyon, due grandi della rivoluzione cinese: Zhou Enlai, che poi ha fatto l’operaio, e Deng Xiaoping, meccanico. Ironia della sorte: quando Deng Xiaoping è caduto in disgrazia durante una delle varie epurazioni maoiste è stato mandato in “rieducazione” in una acciaieria e si è ritrovato di nuovo a fare il meccanico (ma con molta perizia). Deng e Zhou erano compagni di stanza oltre che della Lega dei giovani socialisti di Cina in Francia. E poi a Parigi ha fatto l’operaio, il fotografo, il tipografo e il giornalista anche Ho Chi Minh, che, sotto il nome di Nguyễn Ai Quoc fu nel 1920 uno dei fondatori del Partito Comunista Francese.
Una lettura piacevolissima, perché la struttura del libro impedisce la noia: l’ordine è quello delle strade, non delle idee: svolti l'angolo e cambia secolo e ribellione.
 
 
 

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